Con questo articolo sulle dieci spiagge da non perdere a Villasimius, gioco in casa, portandovi alla scoperta di una delle località balneari più amate della Sardegna. Situata nei pressi della punta sud-orientale dell’isola, Villasimius è una rinomata destinazione turistica, molto frequentata anche da noi cagliaritani, spesso in gita giornaliera. Buona parte delle spiagge che tratterò è ubicata sulle coste del promontorio di Capo Carbonara, sede di un’area naturale marina protetta. Tra le spiagge che ho escluso, ritengo meritevoli di una menzione Is Traias e l’insenatura di Cala Caterina, divisa in più calette separate dalle rocce. Fuori dalla mia personalissima top ten è anche la Spiaggia del Riso, sulla quale avrò modo di tornare più avanti. Nella parte finale dedicherò un piccolo spazio a due isole, anch’esse parte dell’area protetta: Serpentara e l’Isola del Cavoli. Detto ciò, possiamo iniziare il nostro viaggio tra le migliori spiagge di Villasimius.
L'articolo contiene:
Porto Sa Ruxi
Premettendo che l’ordine di presentazione delle spiagge non corrisponde a una classifica di gradimento, inizio da Porto Sa Ruxi, la prima spiaggia nel territorio comunale di Villasimius che s’incontra venendo da Cagliari, attraverso la panoramica strada costiera SP17. A dispetto della presenza di diversi servizi turistici, punto ristoro incluso, la spiaggia di Porto Sa Ruxi non ha perso il suo aspetto selvaggio. Il merito è certamente della sua vegetazione a macchia mediterranea, in cui gli alberi di ginepro giocano un ruolo da protagonisti.

Un altro elemento distintivo di questa spiaggia, ben riparata dal maestrale, consiste nella grande quantità di scogli: quelli in mare diversificano il paesaggio e attraggono i pesci variopinti che popolano il suo fondale misto di sabbia e sassi; le rocce fuori dall’acqua hanno invece la funzione di dividere la spiaggia in tre parti. Il parcheggio è a pagamento, su strada sterrata.

Is Piscadeddus
La spiaggia Is Piscadeddus è poco più avanti rispetto a quella di Porto Sa Ruxi, con la quale ha tante caratteristiche in comune, come la vegetazione e la protezione dal maestrale. Superato il secondo cartello che la indica, posto al di là del guardrail, sulla destra si apre un’area di sosta dove, se non c’è il tutto esaurito, potete lasciare l’auto. La discesa è un po’ scivolosa, non il massimo per chi ha borse e ombrelloni. Rispetto alla spiaggia di Porto Sa Ruxi, nella spiaggia Is Piscadeddus mancano i servizi; in compenso, il parcheggio è gratuito. Benché meno famosa e frequentata di altre spiagge di Villasimius, i colori sono all’altezza degli standard della zona. Infine la spiaggia è delimitata, alle due estremità, da scogli; vi consiglio pertanto di portare le scarpette per esplorarla come merita.
Campus
Percorrendo la già citata SP17, la spiaggia di Campus è avvistabile dall’alto. La prima impressione non mente: è una delle migliori spiagge della Sardegna meridionale. Credo che su questo punto nessuno possa obiettare qualcosa. Chiusa da due promontori, è una lunga distesa di sabbia dorata, protetta dal temibile maestrale. E’ dotata di ristorante e di altri comfort come il parcheggio gratuito, vicino all’ingresso. L’acqua si distingue per i suoi splendidi colori e per la maggiore profondità, in confronto alle altre spiagge di Villasimius. L’ampio spazio dato agli stabilimenti rende talvolta affollata la spiaggia libera.

Campulongu
Proseguendo sulla stessa costa, dopo l’inaccessibile spiaggia di Cuccureddus, la tappa successiva è Campulongu. Rispetto alla vicina Campus, la spiaggia di Campulongu è meno riparata dal maestrale, ha il fondale più basso ed è poco attrezzata dal punto di vista turistico. L’ultimo punto non ha tuttavia il potere di renderla scarsamente frequentata; al contrario, è abbastanza vissuta, per la presenza di hotel e villette. Il parcheggio è gratuito nella zona residenziale (occhio ai divieti di sosta, il rischio di prendere una multa non è remoto). A due passi dalla riva, c’è un grande scoglio che sembra messo lì per chi vuole sedersi a contemplare il mare, in totale relax e senza ostacoli alla vista.

Spiaggia della Fortezza
La Spiaggia della Fortezza deve il suo nome all’antica costruzione che la sovrasta. Eretta nel quattordicesimo secolo e ricostruita nel sedicesimo, quando aveva la funzione di rifugio dagli attacchi della pirateria, la Fortezza Vecchia venne restaurata tra il 1968 e il 1973. Poco esposta ai venti, la spiaggia dispone di un parcheggio gratuito, ha il fondale basso ed è priva di servizi. Sebbene a Villasimius ci sia di meglio, l’ho voluta citare, perché ritengo che la fortezza, malgrado le scrostature, sia un edificio da vedere. Per di più sorge in posizione panoramica, con vista verso la spiaggia e il porto turistico Marina di Villasimius, da una parte, e lo scoglio di Santo Stefano e l’omonima spiaggia, sull’altro lato.


Santo Stefano
Un’altra spiaggia priva di servizi e col parcheggio gratuito è quella di Santo Stefano. Seppur più distante rispetto alla spiaggia precedente, la fortezza è ben visibile, guardando verso una delle due estremità.

I colori sono quelli che hanno reso Villasimius una tappa obbligata in qualunque tour della Sardegna meridionale. Già nelle immediate vicinanze della riva, l’acqua è popolata da banchi di occhiate, per nulla timide. La limpidezza del fondale, ideale per lo snorkeling – caratteristica condivisa con le altre spiagge di Villasimius, tutte quante ricche di pesci di ogni tipo -, e la vegetazione che fa da contorno contribuiscono alla creazione di uno scenario indimenticabile.

Cava Usai
La spiaggia di Cava Usai è composta da un piccolo arenile sabbioso, che cede il passo a una distesa di pietre levigate dalle onde e dal vento. Tra le spiagge di Villasimius è quella col parcheggio più comodo, oltretutto gratuito, vicino al quale è spesso presente un chiosco. Il colore del mare è invitante, come gli scogli che riaffiorano dall’acqua, fornendo ai tuffatori una base per il lancio. Anch’essa riparata dal maestrale, offre una delle migliori viste verso l’Isola dei Cavoli. Deve il suo nome alla cava di granito gestita dalla famiglia Usai, attiva fino agli anni cinquanta del novecento. Della cava sono rimaste la casa padronale e la casa del custode: una manna dal cielo per gli amanti delle architetture abbandonate. Proseguendo la passeggiata sugli scogli, oltre la cava, sulla sinistra si trova un sentiero non segnalato che conduce alla torre di Porto Giunco.


Porto Giunco
E’ il momento della spiaggia di Porto Giunco, la mia preferita in assoluto. Non è stato sempre così: quando ero bambino, stravedevo per la Spiaggia del Riso. Così denominata per i granelli di sabbia simili a chicchi di riso, la spiaggia esiste ancora ed è molto frequentata dagli ospiti del vicino campeggio. Tuttavia è stata quasi inghiottita dal porticciolo, con il quale confina, dalla parte opposta rispetto alla Spiaggia della Fortezza, e del riso sono rimaste poche tracce. La spiaggia di Porto Giunco è invece al massimo del suo splendore. Chiusa da un promontorio sul quale svetta una torre spagnola, è preceduta da una caletta; il paesaggio è prezioso anche sul retro, dove sorge lo Stagno di Notteri, le cui dimensioni variano in base alla quantità d’acqua. Habitat di fenicotteri e altre specie dell’avifauna, lo stagno costituisce un ambiente naturale di notevole interesse.


La spiaggia di Porto Giunco ha tutti i servizi di cui uno può aver bisogno; il parcheggio è a pagamento. Particolarmente esposta ai venti di scirocco, non è la più indicata neanche nei giorni di maestrale. L’ideale sarebbe trovare una giornata poco ventosa, per vivere al meglio l’esperienza. Le sue ampie dimensioni fanno sì che l’affollamento, inevitabile in alta stagione, non sia un problema. La varietà del paesaggio, l’acqua cristallina e la perfezione della sabbia hanno spinto molti ad accostarla ai Caraibi. Un’altra cosa da segnalare è il gruppo di scogli dalla forma particolare, nei pressi del tratto di spiaggia riservato ai turisti che soggiornano al Timi Ama.

Infine, per completare degnamente la giornata a Porto Giunco, è doveroso fare la salita alla torre. Lo potete fare da un sentiero che parte dal parcheggio o, come già accennato, da Cava Usai; il tempo va dai 10 ai 20 minuti. Costruita in granito nel 1578, a un’altezza di 50 metri sopra il livello del mare, la torre di Porto Giunco fa parte di un sistema di torri di avvistamento equamente distribuite sulla costa. Alta nove metri, è un po’ penalizzata dall’aspetto diroccato, ma è pur sempre un pezzo di storia. Il motivo per cui vale la pena di raggiungerla è però un altro: il panorama mozzafiato. Vedere dall’alto la caletta, la spiaggia in tutta la sua lunghezza e il retrostante stagno di Notteri mi ha talmente emozionato che non volevo scendere giù. Non capita peraltro tutti i giorni di poter scattare foto in stile drone.



Simius
La spiaggia di Simius è la spiaggia più vicina al comune di Villasimius; dal centro abitato la si può raggiungere a piedi, percorrendo il Viale Matteotti, che scende fino al mare. Dal momento che fa parte dello stesso litorale della spiaggia di Porto Giunco, è raggiungibile anche da quest’ultima. Tra le due spiagge c’è infatti continuità; vi basterà superare una duna facilmente attraversabile e oltrepassare lo spazio destinato al Tanka Village. La passeggiata è però decisamente lunga. Trovare un difetto alla spiaggia di Simius è un’impresa difficile. E’ adatta alle famiglie; ha diversi stabilimenti, alternati alla spiaggia libera; e una buona offerta di servizi. In estate il parcheggio è a pagamento, a un prezzo onesto. L’acqua è uno spettacolo, così come la sabbia fine e bianchissima, per la quale ha pochi rivali.

Punta Molentis
Con la sua forma a mezzaluna, la spiaggia di Punta Molentis è la più particolare della zona. Il nome è un omaggio all’asino (“Su Molenti” in lingua sarda), animale che un tempo trasportava il granito dalla vicina cava. Bagnata dal mare sia davanti che dietro, caratteristica che la rende simile a un istmo, la spiaggia di Punta Molentis è una lingua di candida sabbia, abbellita dal paesaggio roccioso circostante e dalle tonalità verde-blu dell’acqua. Un’esperienza da non perdere è salire sul promontorio che la delimita, in direzione del roccione a forma di dito: la vista dall’alto è memorabile, degna delle migliori cartoline. Dietro la striscia di sabbia, una distesa di massi granitici conduce all’altro sbocco sul mare, rivolto verso l’isola di Serpentara. Per vedere la spiaggia nella veste migliore, consiglio di andarci in una giornata di vento debole o nullo, possibilmente fuori stagione.


Mi ricollego all’ultimo punto per informarvi che, sebbene l’accesso sia disciplinato con il numero chiuso, in estate la spiaggia è fin troppo affollata. Inoltre il parcheggio è caro, con l’obbligo per chi arriva prima del pomeriggio di pagare per l’intera giornata. Il sentiero che collega, in cinque minuti, il parcheggio con la spiaggia, regala un assaggio dello splendore del luogo. Infine la spiaggia, come tutte quelle che sono prese d’assalto dai turisti, offre un ampio ventaglio di servizi.
Le isole
Il paesaggio di Villasimius è spesso impreziosito dalle sagome di due isole: Serpentara e l’Isola dei Cavoli. Da alcune spiagge sono visibili entrambe, da altre soltanto una, da altre ancora – ad esempio quella di Santo Stefano – nessuna delle due è avvistabile. Se non vi accontentate di vedere da lontano queste isole disabitate, potete raggiungerle a bordo di imbarcazioni private o con un’escursione organizzata.
Serpentara
Come facilmente intuibile, l’isola di Serpentara deve il nome alla sua forma che ricorda quella di un serpente. Staccati da essa, in direzione nord, gli scogli granitici noti come Variglioni sembrano essere il suo naturale prolungamento. Dalla parte opposta, nei pressi dell’estremità conosciuta come Punta La Guardia, può capitare di avvistare delfini. Il punto più alto di Serpentara coincide con la torre di San Luigi, unica costruzione di quest’isola selvaggia e incontaminata, distante 4 km dalla costa, e meno considerata dell’Isola dei Cavoli.

L’Isola dei Cavoli
Spesso dietro i nomi dei luoghi si nascondono storie e curiosità interessanti; l’Isola dei Cavoli non fa eccezione. Le voci secondo cui il nome deriva dalle piante di cavolo là rinvenute non sembra credibile; la teoria più autorevole sostiene che la scelta sia frutto di un errore di traduzione del nome sardo Isula de is Càvurus (isola dei granchi). Il simbolo di quest’isola, distante meno di un chilometro da Capo Carbonara, è il suo faro ottocentesco, che ha inglobato una torre spagnola di fine cinquecento. Utilizzato come rifugio in tempo di guerra, il faro ha dato alloggio ai suoi addetti fino all’automatizzazione, avvenuta in tempi non molto lontani. Oggi è possibile visitarlo, per la gioia di chi ama scattare foto panoramiche.

Il faro non è l’unico motivo per cui l’Isola dei Cavoli è diventata una meta turistica. Nelle sue vicinanze, nel 1979, a una profondità di circa undici metri, è stata posta la statua Madonna del Naufrago dello scultore sardo Pinuccio Sciola. Ogni anno, nella terza domenica di luglio, questa statua, alta più di tre metri, è protagonista di una processione. L’opera di Sciola ha dato ulteriore spinta al turismo subacqueo nelle acque di Villasimius, già giustificato dalla fauna marina e dal ritrovamento di relitti di imbarcazioni di diverse epoche.
Conclusioni
In definitiva, Villasimius è un paradiso non solo per gli amanti del mare e della natura, ma anche per chi è attratto da tracce del passato, come le fortezze, le torri di avvistamento, i fari e le cave dismesse. Ovviamente per vedere le spiagge nelle condizioni ideali è necessario che il meteo sia dalla propria parte, e che non ci siano depositi di posidonia spiaggiata. A proposito di quest’ultimo caso, va detto che ciò non capiterà mai ovunque. Male che vada ci si può spostare altrove; tutte le spiagge citate sono comprese in un raggio di pochi chilometri. Questo si concilia con quella che dovrebbe essere la regola da seguire: vedere il maggior numero possibile di spiagge.
Il nostro viaggio a Villasimius volge al termine. Vi ringrazio per aver visitato il mio blog e vi ricordo che, per tenervi aggiornati sui miei prossimi articoli e per vedere altri contenuti dedicati al mondo dei viaggi, mi potete seguire su instagram, facebook e twitter. Vi aspetto nei social e qui in Sardegna.
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