Partiamo dal titolo. Presentare Altamura come la città del pane non è sbagliato, ma è certamente riduttivo. Ho fatto la classica semplificazione di chi ha pochi caratteri a disposizione. In realtà, il pane è soltanto uno dei motivi d’interesse di questa città pugliese, il cui territorio appartiene parzialmente al Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Nelle righe che seguono, andremo insieme alla sua scoperta. Se v’interessa sapere cosa vedere ad Altamura in un giorno, siete nel posto giusto. A questo punto siamo pronti per iniziare.
L'articolo contiene:
Cosa vedere ad Altamura
Porta Bari
Porta Bari faceva parte dell’antica cinta muraria, della quale oggi è rimasto ben poco. Questa porta, il cui aspetto attuale è assai diverso dall’originale, segna l’ingresso al centro storico, venendo dalla stazione e dal Viale Regina Margherita. Oltrepassando la porta, accederete alla via principale della città, sulla quale si affaccia la cattedrale. Prima di percorrere il Corso Federico II di Svevia, questo è il nome della strada, è consigliabile andare a curiosare su entrambi i lati della porta. Da una parte troverete, a breve distanza, il Museo Etnografico dell’Alta Murgia. Nell’altra direzione partono due strade: Via Sant’Eramo in Colle, che va verso il Museo Archeologico Nazionale, e il Corso Vittorio Emanuele II, che, insieme al successivo Corso Umberto I, delimita il centro storico a est. Entrambi i corsi sono ricchi di attività commerciali. Vista l’importanza dell’incrocio, è inevitabile che Porta Bari sia un punto della città piuttosto trafficato.
Il Museo Etnografico dell’Alta Murgia
Un tuffo nella storia
Il Museo Etnografico dell’Alta Murgia deve la sua nascita all’iniziativa del collezionista e sorvegliante archeologico Pietro Locapo. Era il 1980 quando “Il lupo della Murgia”, questo il suo soprannome, fondò il Museo della Civiltà Contadina. L’obiettivo era quello di esporre la sua collezione di circa 1000 oggetti riguardanti, per lo più, la vita agricola-pastorale nel territorio dell’Alta Murgia, tra la fine dell’ottocento e i primi decenni del novecento.


Dopo aver affrontato due cambi di sede e le difficoltà comportate dalla gestione solitaria del museo, nel 1986 Locapo cedette al Comune la sua raccolta di manufatti, divenuta in quegli anni più ampia. Seguì il trasferimento nell’attuale sede di Piazza Santa Teresa e una fase di abbandono, nella quale gli oggetti rimasero accatastati, rischiando un fatale deterioramento. Per la salvezza della collezione fu provvidenziale una mostra organizzata in occasione della Festa dell’Unità del 1992. Questo evento favorì il recupero dei circa 1200 oggetti e la loro inventariazione. Successivamente a un altro periodo di crisi, culminato con una nuova chiusura del museo, da un bando regionale arrivarono i tanto attesi finanziamenti che consentirono la sua riapertura, avvenuta nel marzo 2010.
La collezione
Il percorso espositivo è sviluppato intorno al chiostro dell’ex convento dei Teresiani, successivamente utilizzato come carcere. Il nucleo principale della collezione è costituito dagli attrezzi e dai manufatti di Pietro Locapo, ai quali si sono aggiunti oggetti provenienti da altre donazioni e una preziosa dotazione di foto. Il visitatore viene messo nelle condizioni di fare un vero e proprio viaggio nel mondo della cerealicoltura, della pastorizia e delle antiche professioni come il fabbro, il calzolaio e il carpentiere. Questi sono soltanto alcuni dei temi toccati da un museo non molto grande, ma capace di svelare tante curiosità su un’epoca ormai lontana. Ho gradito particolarmente la riproduzione di una stanza da letto e la sezione dedicata alla vita e agli interessi di Pietro Locapo.

Un’esperienza da ricordare
Essendo un’istituzione senza scopo di lucro, il Museo Etnografico dell’Alta Murgia è visitabile gratuitamente. Diversamente da quanto mi è capitato in altri musei, in questo di Altamura non mi sono trovato di fronte a una fredda esposizione di oggetti. Ho percepito passione e volontà di preservare un patrimonio di tradizioni che non merita di essere disperso. Al contrario, è giusto trasmetterlo alle nuove generazioni. Se questo è, come deduco, uno scopo del museo, la strada intrapresa è quella giusta. Prima di cambiare argomento, ci tenevo a ringraziare il signor Lorenzo. Mi ha riservato una calorosa accoglienza e mi ha dato tante informazioni e consigli utili. Mi ha anche mandato un messaggio, tramite il blog, per chiedermi se ero stato bene ad Altamura. Non dimenticherò la sua gentilezza.
La cattedrale
Esterno
La Cattedrale di Santa Maria Assunta è il monumento principale di Altamura. Costruita nel tredicesimo secolo per volere di Federico II di Svevia, è ubicata nella strada intitolata allo stesso imperatore. La piazza, al centro della quale è degno di nota il monumento dedicato ai martiri della rivoluzione di Altamura del 1799, sorge, invece, in corrispondenza della facciata laterale.

L’esterno della cattedrale di Altamura è di grande impatto. Più volte oggetto di interventi, presenta elementi romanici e gotici che si armonizzano in modo impeccabile. Nella prossima immagine, un mio tentativo di fotografare la facciata principale, impresa titanica a causa dell’altezza delle due torri e dello spazio ridotto.

Prima di entrare, non fatevi sfuggire le ricche decorazioni che sovrastano il portale. Nell’architrave è facile riconoscere una rappresentazione dell’Ultima Cena; altrettanto riconoscibile è la scena della Madonna in trono con il bambino e due angeli, raffigurata nella lunetta. Non è tutto: negli archi si possono ammirare 22 scene della vita di Gesù. Ai lati, in basso, due leoni fanno la guardia.

Interno
L’interno, diviso in tre navate, è di stampo barocco. Ho apprezzato la sua luminosità e i marmi policromi. Da notare, nel soffitto a cassettoni, gli stemmi delle famiglie regnanti. L’accesso alla cattedrale di Altamura è gratuito, con l’eccezione dei matronei. Per salire sui due camminamenti laterali, occorre acquistare il biglietto per il MUDIMA (Museo Diocesano Matronei Altamura), al costo di 3€. Ritengo che ne valga la pena. Il museo custodisce una collezione composta da argenti, antichi codici, sculture, paramenti e altro ancora. Al di là di questo, considero un privilegio poter vedere dall’alto la cattedrale e il panorama esterno. Un altro vantaggio è dato dal fatto che i matronei sono collegati da una tribuna che consente di ammirare il rosone da vicino.

Palazzo Baldassarre
Sulle tracce dell’Uomo di Altamura
Correva l’anno 1993 quando un gruppo di speleologi fece una scoperta sensazionale. Nella grotta di Lamalunga, a pochi chilometri da Altamura, scoprirono i resti di un uomo di Neanderthal. A dare un’importanza straordinaria a questo ritrovamento, non certo unico nella storia, concorsero due elementi. Il primo è che l’Uomo di Altamura è il più antico Neanderthal al quale è stato possibile leggere il DNA. Le informazioni ricavate hanno permesso alla ricerca di fare dei significativi progressi. Secondo il sito della rete museale, questo antenato dell’uomo visse tra 180000 e 130000 anni fa. Tuttavia ho letto e sentito versioni che si discostano leggermente. In questi casi le cifre ballano sempre un po’. L’altro elemento che ha favorito il primato di questo ritrovamento rispetto ad altre scoperte simili è dato dal fatto che gli speleologi hanno trovato l’intero scheletro. All’Uomo di Altamura è stato dedicato un museo nel cinque-seicentesco Palazzo Baldassarre.
Il Museo dell’Uomo di Altamura
La mia visita al Museo dell’Uomo di Altamura è iniziata con un giro virtuale nella Grotta di Lamalunga, attraverso un video in 3D. Può essere vista soltanto in questo modo, essendo chiusa al pubblico. Guardando il video, si capiscono i motivi: è decisamente angusta e inospitale. Successivamente, la guida che mi ha accompagnato, molto giovane e davvero preparata, mi ha raccontato diverse curiosità. Così ho saputo, ad esempio, che l’uomo ritrovato doveva avere circa 28 anni, secondo calcoli basati sullo smalto dei denti; che probabilmente aveva cercato riparo nella grotta e non era riuscito a uscire (secondo un’altra versione, è caduto durante una battuta di caccia) e che nella stessa grotta sono stati trovati anche resti di animali. Gli altri ambienti del museo sono altrettanto interessanti. Tra le varie cose, segnalo una riproduzione a grandezza naturale dell’abside della grotta, l’ambiente dove è avvenuto il ritrovamento.
Il Museo Archeologico Nazionale
L’Uomo di Altamura, ribattezzato Ciccillo, è presente, in un’altra veste, anche al Museo Archeologico Nazionale. Qui è esposta una sua riproduzione realizzata dai gemelli olandesi Adrie e Alfons Kennis, specialisti in ricostruzioni paleontologiche. Grazie al loro eccellente lavoro, oggi è possibile vedere Ciccillo così come doveva essere in vita. La sua altezza è stimata intorno ai 165 cm.

Un’altra interessante sezione di questo museo è quella che ospita la mostra “Preistoria del cibo – Alle origini del pane”, dedicata all’evoluzione dei processi di produzione del cibo dal neolitico in avanti. Nella foto sotto, potete vedere la ricostruzione, sulla base di ritrovamenti archeologici, di un forno in argilla.

Da segnalare, infine, un approfondimento sul Paleolitico in Puglia e una buona collezione di reperti provenienti da scavi archeologici nel territorio, in particolare nelle necropoli. Anche questo museo è visitabile gratuitamente.
Tutto il resto
Nel Corso Federico II di Svevia, a pochi passi dalla cattedrale, ci sono altre due chiese quasi attaccate tra loro: San Biagio e San Nicola dei Greci. La facciata della prima ha un affresco raffigurante San Cristoforo. La seconda si distingue per il rosone e per le scene evangeliche scolpite sopra il portale e ai suoi lati. Di questa chiesa ho potuto visitare il suo interno, a una sola navata. Il soffitto ligneo è decorato con affreschi sulla vita di San Nicola. Fu eretta nel 1232 per dare un luogo di culto agli immigrati di rito greco. Nel 1601 avvenne il passaggio al rito latino. Meritano una citazione anche Santa Chiara, altra chiesa dalla facciata gradevole, e l’iniziativa degli ombrelli colorati nella via Santa Caterina.

Nel complesso, il centro storico di Altamura mi ha soddisfatto. L’unica pecca sono i tanti muri pasticciati e/o in cattivo stato di manutenzione. Sul secondo punto non è però giusto colpevolizzare i cittadini. Questo dipende dal benessere economico, non certo paragonabile a quello dei paesini sul Lago di Como o di altre realtà del nord. La mia sensazione è che la città possa migliorare sempre più. Le potenzialità turistiche ci sono.
I dintorni
Tutti i luoghi che ho descritto possono essere visti in un giorno. Sarebbe tuttavia un peccato trascurare i dintorni. Come già sapete, la Grotta di Lamalunga è chiusa ai turisti. In compenso, al Centro Visite Lamalunga organizzano escursioni in altre grotte e possono accompagnarvi a vedere uno spettacolo della natura come il Pulo di Altamura: la più estesa dolina carsica del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Queste attività devono essere necessariamente prenotate. Potete invece andare facilmente da soli e in breve tempo, a Gravina in Puglia. Se non avete l’auto, sappiate che le due città sono ben collegate con i treni, domenica esclusa. Anche Gravina mi è piaciuta molto. Prossimamente le dedicherò un articolo nel blog.
Il pane di Altamura
Caratteristiche
Dopo averlo citato nell’introduzione, torno con piacere a parlarvi del pane di Altamura, un prodotto la cui fama ha superato i confini nazionali e la cui qualità è comprovata dai fatti. Basti dire che nel 2003 ha conseguito dall’Unione Europea il riconoscimento del marchio DOP (denominazione origine protetta). Si caratterizza per la mollica di colore giallo, la crosta croccante e la grande pezzatura, mai sotto i 500 grammi. Inoltre è un pane a lunga conservazione. Se è preparato con tutti i crismi, può durare anche una settimana. La forma tradizionale è quella accavallata.

Se dovete metterlo in valigia, è più conveniente prenderlo nella forma bassa, detta “a cappello di prete”.
Dove comprarlo
Ad Altamura la scelta di panifici è molto ampia. Oltre alla classica pagnotta nelle varie forme, troverete altri tipi di pane, taralli, focacce e biscotti. Viene voglia di comprare tutto. Citerò quelli che conosco, nella convinzione che non siano gli unici di alto livello. Uno dei forni con maggiore varietà di prodotti è sicuramente il Panificio Di Gesù (Via Pimentel 19). Qui ho acquistato il pane che ho portato a casa e posso dire che ha avuto successo. Nota di merito anche per la focaccia al pomodoro del Panificio Santa Caterina (Via Ambrogio Del Giudice 4). Poichè avevo già effettuato gli acquisti ed ero fin troppo carico, non ho potuto provare l’Antico Forno Santa Chiara (Via Martucci 10). Lo cito perchè all’esterno del locale era esposto il pane che ho fotografato. Sarà per la prossima.
Raggiungere Altamura in treno
Altamura è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. La sua stazione è infatti servita dai treni che collegano Bari e Matera. Il servizio, attivo dal lunedì al sabato, è gestito dalle Ferrovie Appulo Lucane. A dispetto della sua collocazione geografica in Puglia, Altamura è più vicina a Matera. Dalla città dei sassi dista circa 20 km; da Bari una cinquantina di chilometri.
Il nostro viaggio ad Altamura termina qui. Se vi è piaciuto il mio articolo, sentitevi liberi di lasciare un commento e di condividerlo sui social. Potete continuare a viaggiare con me nel mio profilo instagram, nella pagina facebook e su twitter. Vi aspetto a bordo! A presto!
Grazie.ci sarà utile per il nostro viaggio in puglia. Anche noi sardi
Grazie Maria Lucia. Mi fa piacere esservi stato utile. Buon viaggio in Puglia! E’ una regione meravigliosa, così come la nostra Sardegna.
Grazie per le notizie su Altamura
Grazie a te per il commento!