Il Castello di Linderhof è una delle residenze in Baviera del tanto noto quanto discusso re Ludwig II. E’ situato nel profondo sud della Germania, a circa 7 km dal confine con l’Austria. Questa lussuosa dimora, la cui funzione era quella di rifugio del sovrano dal mondo esterno, non ha il classico aspetto da castello. Essa è più somigliante a una villa o un palazzo, in uno scenario reso idilliaco dal parco circostante. L’edificio è ispirato al Petit Trianon di Versailles, proprietà personale nonchè luogo di divertimento della regina Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI. Ludwig nutriva infatti una sorta di venerazione per il Re Sole e i suoi discendenti. Il suo modello di vita era quello della corte francese del seicento e del settecento. Fatte queste premesse, siamo pronti a entrare nel vivo della visita al castello di Linderhof.
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Gli interni del castello
Diversamente dalla facciata, in stile barocco, gli interni sono riconducibili allo stile del secondo rococò. Le stanze da vedere non sono tante. Fin dal primo sguardo, è inevitabile rimanere colpiti dallo sfarzo dei vari ambienti. Le ricchissime decorazioni della sala delle udienze mi hanno fatto sorridere, al pensiero che Ludwig non amava ricevere visite. La sala degli specchi è quella che resta più impressa nelle mente. L’effetto dell’immagine riflessa all’infinito è di grande impatto. Interessante è anche la funzione di questa stanza: il re era un “animale notturno” e aveva bisogno di una stanza particolarmente luminosa per poter scrivere nelle ore di oscurità. La camera da letto, ampia 100 metri quadri, è ispirata a quelle della Residenz di Monaco. Le grandi dimensioni del letto a baldacchino si spiegano con l’elevata statura del re, superiore al metro e novanta. La sala da pranzo è invece famosa per il Tischlein-deck-dich (tavolo che si apparecchia da sè). Attraverso un marchingegno speciale, questo tavolo finiva nella sottostante cucina, dove veniva apparecchiato dai servitori, in modo che il re potesse mangiare senza essere disturbato. Nulla di strano se consideriamo che l’eccentrico Ludwig II era noto per la sua misantropia. All’interno del castello di Linderhof non è purtroppo consentito scattare foto.
Il parco
Il giardino terrazzato
Ciò che mi ha maggiormente entusiasmato del castello di Linderhof sono i suoi giardini. Ripartiti ai lati dell’edificio, offrono infiniti spunti fotografici. La mia parte preferita è il lato sud: la porzione dei giardini davanti alla facciata. Il loro inizio è segnato da una grande fontana, con un getto d’acqua che raggiunge i trenta metri di altezza. Viene attivato da metà aprile a metà ottobre, ogni mezz’ora. All’interno della vasca è posizionato un gruppo scultoreo dorato, con la dea Flora al centro.


Oltrepassata la vasca, i giardini si sviluppano in altezza, con terrazze distribuite su più livelli, che permettono di vedere il castello dall’alto, circondato dalle montagne.

Nel percorso verso il punto più alto, dove si erge il rotondo Tempio di Venere, s’incontrano altre fontane, statue e aiuole dalle geometrie impeccabili.

Il lato nord
Analogamente al lato sud, la parte dei giardini dietro il castello si sviluppa in altezza. In questo caso, salta subito agli occhi una cascata artificiale, costituita da tanti gradini in cui scorre l’acqua. Alla base di questa scalinata, si fa notare la fontana di Nettuno. Nell’altra estremità, ovvero nel punto più alto, si trova il Padiglione della Musica. Da qui si può ammirare un’ampia vista che include la cascata, il retro del castello e la parte alta dei giardini terrazzati. Chiaramente riconoscibile è il già citato Tempio di Venere.


La grotta
Non lontano dal padiglione della musica, è situata la Grotta di Venere (Venusgrotte). Questa grotta artificiale, dotata di stalattiti e stalagmiti, il cui materiale ha un aspetto simile alla roccia, è ispirata alla Grotta Azzurra di Capri. L’ambiente è riscaldato e illuminato da un impianto alimentato dalla prima centrale elettrica al mondo. La grotta è resa particolare dalla presenza di un lago, nel quale è presente una barca a forma di conchiglia. Qui il sovrano rimaneva seduto per ore a riflettere, mentre veniva cullato da onde create artificialmente. La Grotta di Venere è resa ancora più interessante da un grande dipinto che raffigura una scena del Tannhäuser, celebre opera di Wagner. Ludwig aveva infatti con il compositore un rapporto molto stretto, che divenne oggetto di numerose dicerie.
Tutto il resto
Le attrazioni del giardino del castello di Linderhof non finiscono qui. Ai lati del castello ci sono due cortili. In quello orientale, l’Ostparterre, si può ammirare una fontana con una statua dorata che ritrae Cupido, mentre scocca la sua freccia.

Nella parte occidentale dei giardini, vicino ai parcheggi, sorge, isolata, la Casa Marocchina (Marokkanisches Haus). Realizzata in occasione dell’Esposizione Universale di Vienna del 1873, Ludwig la comprò e la fece decorare secondo modelli marocchini, senza ovviamente rinunciare al lusso. Venduta dopo la misteriosa morte del re nel 1886, la Casa Marocchina fu riacquistata e ricollocata nel parco, nel 1998. La parte più ampia dei giardini è tuttavia un’altra: quella orientale. In questa direzione si estende un vero e proprio parco, incastonato in un magnifico paesaggio alpino. Il parco si chiude con la Capanna di Hunding (Hundinghütte). Qui è ricostruita la scenografia del primo atto della Valchiria. Sempre a est del castello di Linderhof, troviamo l’affascinante Chiosco Moresco (Maurischer Kiosk), edificio dalla cupola dorata, originariamente realizzato per l’Esposizione Universale di Parigi del 1867.

Il Chiosco Moresco custodisce il prezioso trono dei pavoni. A tal proposito si svelo una curiosità. Ludwig II era un amante di questi animali, al punto che quando era all’interno del castello di Linderhof, lasciava fuori dalla porta la statua di un pavone, per segnalare la sua presenza.

Informazioni utili
I dintorni
Non vi consiglio di vedere nello stesso giorno il castello di Linderhof e quello di Neuschwanstein. Recandovi al primo in orario di apertura e prenotando online l’ingresso al secondo in orario pomeridiano, la doppia visita è fattibile. Occorre però mettere in conto il tempo della visita al castello di Linderhof e al suo parco, un viaggio in macchina di circa un’ora, un’altra ora di camminata per raggiungere il Castello di Neuschwanstein, più un ampio margine di sicurezza. Ritengo però che non ne valga la pena. L’intero complesso di Linderhof merita una permanenza di mezza giornata. Va anche considerato che nei pressi del castello di Neuschwanstein, c’è un altro castello da visitare: il Castello di Hohenschwangau. Escluderlo dal tour sarebbe un errore. La cosa migliore è vedere in sequenza i castelli di Hohenschwangau e Neuschwanstein. La giornata può essere completata con una passeggiata nel centro di Füssen e una visita al Santuario di Wies, gemma barocca, patrimonio dell’Unesco. Lascerei il castello di Linderhof al giorno seguente. Vi segnalo anche che la strada che da Füssen va verso il castello è molto panoramica: scende in Austria dove costeggia il lago Plansee, per poi risalire verso la foresta di Ettal. Nei dintorni del castello di Linderhof potete invece vedere: l’abbazia di Ettal e Oberammergau, cittadina ricca di case con splendide facciate affrescate. Infine potrebbe esservi utile sapere che il castello di Linderhof dista un centinaio di chilometri sia da Monaco che da Innsbruck. Queste importanti città sono insomma a portata di mano per chiunque sia automunito.
Organizzazione della visita
Come sempre accade in Germania, la visita, la cui durata si aggira intorno ai 25 minuti, è organizzata benissimo. Al momento dell’acquisto del biglietto, vi verrà assegnato un orario d’ingresso, in base alla lingua prescelta. Nel caso dobbiate attendere un po’ di tempo, potete iniziare a vedere il giardino. Pur non essendo impossibile, è improbabile trovare una guida che parli italiano. Tuttavia, in alta stagione, vengono spesso organizzate visite nella nostra lingua, mediante un audio che viene attivato dall’accompagnatore. Se opterete (o sarete costretti a optare) per la visita in un’altra lingua, riceverete delle didascalie in italiano.
Quando andare
La stagione migliore per visitare il Castello di Linderhof è l’estate. In autunno e primavera, potrebbe esserci qualche limitazione nei servizi. Da evitare l’inverno, a causa del fatto che il parco è chiuso al pubblico. Il clima, poi, non è certamente dei migliori. E’ bene inoltre sapere che, nel 2018, il castello è stato interessato da lavori di ristrutturazione. Non so come sia la situazione ora. Consiglio, a tal proposito, di leggere le recensioni recenti. Posso però dirvi che la grotta è chiusa per restauro. Per la riapertura, si parla degli anni 2022 o 2023, ma non c’è nulla di sicuro.
Curiosità
- Il castello di Linderhof ha preso il nome da un tiglio, Linde in tedesco, presente da secoli nell’area ora occupata dal parco. Si trova dalle parti del giardino terrazzato, poco oltre la grande fontana. Al nome ufficiale possiamo aggiungere quello scelto dal re Ludwig II. Il sovrano chiamava il castello Meicost Ettal, anagramma della frase del suo amato Re Sole “L’État c’est moi” (Lo stato sono io). Questo nome non è del tutto privo di significato. Ettal è il comune nel cui territorio si trova il castello.
- I castelli della Baviera legati alla figura di Ludwig II sono cinque. E’ nato in quello di Nymphenburg, a Monaco. E’ cresciuto nel castello di Hohenschwangau. Gli altri tre (Neuschwanstein, Herrenchiemsee e Linderhof) sono quelli fatti costruire da lui. Il castello di Linderhof è il più piccolo nonchè il suo preferito e l’unico che ha visto completo.
Le mie impressioni
Leggendo un po’ di commenti in rete, mi sono reso conto che l’interno del castello di Linderhof non convince tutti. Alcuni hanno definito “kitsch” l’arredamento, mettendo in discussione il buon gusto del re Ludwig II. Indubbiamente chi si aspetta di trovare l’eleganza di Versailles è destinato a rimanere deluso. Lo stesso discorso vale per chi è allergico alle eccessive ostentazioni di ricchezza. Per apprezzare Linderhof occorre calarsi nel mondo dell’eccentrico re bavarese. Questo è il castello che meglio riflette la sua personalità. Oltre a curiosità come quella del tavolo, ci sono altri indizi che permettono di cogliere il suo carattere solitario. Pensate, ad esempio, al fatto che gli alberi coprono ogni traccia di paesaggio urbano. E’ evidente il bisogno di Ludwig di ritagliarsi uno spazio in cui vivere in santa pace, al riparo da un mondo a lui estraneo. Viene quasi automatico immaginarselo mentre si dedicava ai suoi interessi, lontano da occhi indiscreti. Ho trovato singolare il contrasto tra le sue esigenze di isolamento in quello che doveva essere un semplice e intimo rifugio, e il lusso sfrenato, al quale non ha saputo resistere. Acclarato che il castello può piacere o meno, varrebbe la pena di andarci anche solo per vedere i suoi giardini. In questo caso, la bellezza è oggettiva. Infine il castello di Linderhof ha un altro punto a suo favore: non è troppo battuto dai turisti. Non dico che siano pochi, ma siamo ben lontani dai numeri del castello di Neuschwanstein.
E’ arrivato il momento dei saluti. Se vi è piaciuto questo articolo, vi invito a supportarmi, iscrivendovi alla mia pagina facebook o seguendomi su instagram e twitter. Ci sentiamo presto nel blog e nei social.
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