La Baviera è una terra capace di conquistare il cuore di chiunque. In questo articolo vi racconterò alcune sue attrazioni, in un viaggio che partirà da Füssen, rinomata località turistica vicina al confine con l’Austria, e terminerà con una descrizione del Santuario di Wies, patrimonio dell’Unesco dal 1983. Nel mezzo, dedicherò ampio spazio a due castelli compresi nel raggio di 3 km e fortemente legati alla figura del leggendario sovrano Ludwig II, un uomo che ancora oggi fa parlare di sé. Mi riferisco ai castelli di Hohenschwangau e di Neuschwanstein. Il secondo di questi è uno dei tre castelli fatti erigere dal re in persona; gli altri sono il castello di Linderhof, del quale vi ho parlato nell’articolo linkato, e quello di Herrenchiemsee. Fatte queste premesse, siamo pronti per andare alla scoperta di Füssen e dintorni.
L'articolo contiene:
Füssen
Con i suoi 808 metri di altitudine, Füssen è il comune più elevato della Baviera. Inserita in un paesaggio idilliaco, questa cittadina, curata in modo impeccabile, in estate è vivacissima. Nella bella stagione, infatti, le sue strade, ricche di gelaterie e birrerie, diventano un punto di ritrovo e la sede di spettacoli all’aperto che hanno per protagonisti bande musicali e suonatori di corno alpino.


L’aspetto paesaggistico e le occasioni di svago non sono tutto: Füssen ha anche un interessante patrimonio storico, che mi appresto a raccontarvi.
Cosa vedere a Füssen
Reichenstraße
La Reichenstraße è la strada principale di Füssen. Insieme ai meno frequentati vicoli, è un bel luogo per passeggiare. Le case colorate, le numerose attività commerciali e la vista frontale della torre con l’orologio del sovrastante castello sono i suoi punti di forza.

Al termine della strada spicca la fontana con la scultura del patrono San Magno, in cima a una colonna. L’altra estremità della Reichenstraße segna invece l’inizio della Augsburger Straße, lunga strada che porta fuori città al lago artificiale Forggensee, navigabile in battello. Andarlo a vedere – se avete l’auto, ci arrivate in un attimo – è il completamento ideale della visita.
La Chiesa dello Spirito Santo e il ponte
Uno degli edifici più caratteristici di Füssen è la chiesa dello Spirito Santo (Heilig-Geist-Spitalkirche), ricostruita a metà settecento dopo un incendio. Fotografare la sua facciata affrescata, tinta di un rosso acceso, è d’obbligo.

Dietro la chiesa c’è un altro punto fotogenico: il ponte Theresienbrücke. In un simile scenario naturale, non stupisce il fatto che il fiume Lech assuma i colori di un lago, nel quale si riflettono le case e le montagne che fanno da cornice. Nei pressi della chiesa, partono anche il sentiero che conduce al castello e la Spitalgasse, strada che sale verso il Convento Francescano (Franziskaner Kloster). Da queste parti, come segnalato da una scritta posta sopra una porta, termina la famosa Strada Romantica, noto percorso turistico, lungo 366 km, che collega Würzburg e Füssen.
Il castello
Il Castello Alto (Hohes Schloss) domina il centro storico di Füssen da una collina. Se non avete tempo per visitarlo, vale comunque la pena di vedere gli esterni: la salita non è impegnativa e sarete ripagati. Dal cortile, aperto gratuitamente ai turisti, sono visibili tutte le facciate di questo monumento d’indubbio valore, seppur lontano dal fascino e dall’atmosfera fiabesca del Castello di Neuschwanstein. Fatto costruire a fine duecento dal duca di Baviera, divenne, poco dopo, proprietà vescovile, a causa di un debito non ripagato dall’imperatore Enrico VII, il quale aveva chiesto al vescovo un prestito per finanziare la campagna d’Italia, dove trovò la morte. Da allora, fino all’inizio dell’ottocento, i principi-vescovi di Augusta lo hanno scelto come residenza estiva. In seguito ha svolto la funzione di tribunale e carcere.

Le facciate del castello sono all’insegna del “trompe-l’oeil”, con elementi architettonici che sembrano veri e sono invece dipinti.

L’interno ospita una pinacoteca che privilegia l’epoca tardogotica e rinascimentale. Tra i tanti dipinti segnalo le rappresentazioni di scene della vita di San Magno e di San Francesco. Il percorso include la salita alla torre con l’orologio, che consente di ammirare la città e i dintorni da una postazione privilegiata.
L’ex Monastero di San Magno
Un’altra visita da mettere in conto è quella all’ex Monastero benedettino di San Magno, i cui locali costituiscono un complesso di cui fanno parte il municipio, la parrocchiale di San Magno – ex chiesa abbaziale che custodisce le reliquie del santo – e il museo cittadino (Museum der Stadt). Ospitato nell’ala sud-occidentale del complesso, il museo vanta un’ampia collezione di strumenti musicali – Füssen ha un’importante tradizione nell’arte liutaia ed è, non a caso, gemellata con Cremona -; una preziosa biblioteca; la barocca Sala Imperiale, spesso sede di concerti; e la Cappella di Sant’Anna, nella quale è conservato il dipinto, datato 1602, La danza macabra. Quest’opera del pittore Jakob Hiebeler ci ricorda l’ineluttabilità della morte per le persone di qualunque ceto sociale.
I Castelli di Ludwig II
Hohenschwangau
Nei dintorni di Füssen, su una collina che domina la frazione di Hohenschwangau, del comune di Schwangau, si erge l’omonimo castello.


Già fortezza medievale, le cui prime tracce risalgono al dodicesimo secolo, dopo vari passaggi di proprietà e fasi di decadimento, il castello in rovina fu acquistato nel 1829 dal padre di Ludwig II, Massimiliano II, promotore del restauro che gli ha dato l’aspetto attuale, in stile neogotico. Ultimati i lavori, l’edificio divenne la residenza estiva e tenuta di caccia dell’allora sovrano. Ne deriva che questo castello è l’unico di quelli associati a Ludwig ad essere stato commissionato da altri. Ciò non significa che abbia avuto una scarsa importanza nella sua vita. Al contrario, sembra che questa lussuosa residenza e lo scenario che la circonda abbiano plasmato la sua personalità da sognatore e amante del bello.
Alcune premesse
Il giardino – liberamente visitabile – si distingue per le sue quattro fontane (della Madonna, del cigno, dei leoni e dell’omino con le oche). Degno di nota è il panorama con vista verso il lago cristallino Alpsee e, nebbia permettendo, il castello di Neuschwanstein.


Il percorso espositivo offre al visitatore un’idea dello stile di vita di una famiglia reale. L’arredamento, con mobili originali, e le pitture che rivestono le pareti lasciano senza parole. Al primo piano c’è l’appartamento della regina Maria; al secondo, quello del marito Massimiliano II, ereditato da Ludwig dopo la morte del padre. Da qui il nuovo sovrano controllava con un telescopio l’andamento dei lavori al castello di Neuschwanstein. Poiché egli non si sposò, la madre continuò a risiedere nel castello nei mesi estivi. Dopo la morte dei due – la ex regina si spense tre anni più tardi rispetto al figlio – e del principe reggente Luitpold di Baviera, il castello fu aperto al pubblico.
Le sale
La sala del Cavaliere del Cigno brilla per i suoi dipinti dedicati alla saga di Lohengrin, presente anche nel castello di Neuschwanstein. La camera da letto della regina è arredata in stile turco: conseguenza della folgorazione avuta dal re Massimiliano in un viaggio in oriente. La camera degli Hohenstaufen vanta pitture dedicate alla dinastia anticamente proprietaria del castello e il pianoforte usato da Wagner per i suoi concerti, che avevano in Ludwig l’unico spettatore. Tra le curiosità della sala degli Eroi, ci sono il quadro che ritrae tre pittori del tempo – Moritz von Schwind, Peter Cornelius e Wilhelm von Kaulbach – impegnati in una bevuta di gruppo, e il busto di Ludwig II in marmo di Carrara. All’appello mancano la camera di Berchta, omaggio a Carlo Magno e alla moglie; e la camera da letto, detta “camera del Tasso” per le pitture murali ispirate da scene narrate nella Gerusalemme Liberata.
Neuschwanstein
Il castello di Neuschwanstein è uno dei monumenti più visitati della Germania. Costruito nel punto in cui sorgevano le rovine di due castelli medievali, a un’altitudine di 965 metri, fu il rifugio personale del re Ludwig II. Incastonato in un paesaggio alpino d’incredibile bellezza, a circa 4 km da Füssen, con le sue torrette e la mancanza di simmetria – intuizione del pittore e architetto Christian Jank – si sposa perfettamente con le montagne circostanti. I lavori, iniziati nel 1868, terminarono nel 1886, lasciandolo incompiuto, complice la morte di Ludwig avvenuta lo stesso anno. Sette settimane dopo il decesso, il castello fu aperto al pubblico. Parte della sua fama deriva dall’idea che abbia ispirato Walt Disney per il film La bella addormentata nel bosco.

Autore: Jeff Wilcox
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Neuschwanstein_castle.jpg
Architettura e decorazioni
Eretta in stile neogotico e neoromanico, con moderne tecniche di costruzione, la nuova “umile” dimora di Ludwig fu dotata di ogni comfort allora esistente. La particolarità dell’ingresso è il contrasto cromatico tra le due torri laterali e i mattoni rossi del resto della struttura, visibile nella foto sopra. Una rampa di scale collega il cortile inferiore con quello superiore, dove naufragò il progetto di costruire una cappella.

Passando all’interno, ciò che mi ha maggiormente colpito sono le pitture murali raffiguranti scene della leggenda di Lohengrin e di altre opere di Richard Wagner, amico e idolo di Ludwig, che nel castello non mise mai piede. Un motivo ricorrente nelle decorazioni delle sale è il cigno. Presente nel nome del castello – Schwan significa, per l’appunto, “cigno” – è il simbolo araldico dei conti di Schwangau e rappresentava l’ideale cristiano della purezza, al quale il re ambiva.
La visita
I piani inseriti nel percorso turistico sono il terzo e il quarto. La prima tappa, al terzo piano, è il salone d’ingresso inferiore. Non è l’unico salone: al quarto piano c’è quello superiore. I dipinti ispirati alla saga di Sigurd – il Sigfrido del Canto dei Nibelunghi – costituiscono un bel biglietto da visita per il castello. Ancora più impressionante è la sala del trono, costruita nello stile di una chiesa bizantina, secondo il modello della chiesa di Ognissanti di Monaco. Talmente alta da occupare parte del quarto piano, a dispetto del nome è priva di un trono. In compenso c’è tanto altro, tra cui un pavimento a mosaico con oltre due milioni di tessere e un quadro che raffigura il quarto castello progettato dal re: la mai realizzata Rocca di Falkenstein.

Fonte: Wikimedia Commons
I dipinti hanno dei motivi religiosi, presumibilmente al fine di trasmettere l’idea del regno come missione divina. Se andiamo a cercare curiosità, le troviamo in ogni stanza. La sala da pranzo, ad esempio, in cui salta all’occhio un centrotavola di bronzo dorato che rappresenta la lotta tra Sigfrido e il drago, era dotata di un ascensore che la collegava alla cucina, posizionata tre piani più in basso e visitabile alla fine del percorso. Questa è una differenza con altri castelli dell’eccentrico sovrano, in cui il tavolo, attraverso un particolare marchingegno, sprofondava verso le sottostanti cucine, per poi risalire. La camera da letto, il cui tema è la leggenda di Tristano e Isotta, è il luogo nel quale, nella notte tra l’11 e il 12 giugno 1886, avvenne la deposizione del re. Di particolare pregio è il letto a baldacchino, al quale lavorarono 14 ebanisti.

Fonte: Wikimedia Commons
La sala più originale, e rappresentativa del personaggio, è quella in cui lo scenografo August Dirigl creò una grotta artificiale con stalattiti, stalagmiti e una cascata ora non più presente; è un omaggio alla saga del Tannhäuser, sulla scia di quanto fatto nel castello di Linderhof, dove la grotta è tuttavia più spettacolare ed è esterna all’abitazione. Infine c’è la sala dei Cantori, la più grande del castello. Unita al salone delle feste, è la stanza in cui traspare maggiormente la passione di Ludwig per le saghe e la cultura cavalleresca medievale. I sontuosi lampadari a forma di corona e gli altrettanto sfarzosi candelabri sorreggono più di 600 candele. Notevoli anche il soffitto a cassettoni, le arcate che collegano le colonne di marmo e i dipinti che raccontano la leggenda di Parsifal.

Fonte: Wikimedia Commons
Il panorama
All’interno dei castelli non è consentito scattare foto, ma durante il tour del castello di Neuschwanstein avrete l’occasione di affacciarvi da un punto panoramico: la vista è mozzafiato, con il castello di Hohenschwangau al centro tra i laghi Alpsee e Schwansee, le montagne, il verde dei campi e i borghi di Schwangau e Füssen.

Autore: Abelson
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Hohenschwangau_Castle_and_Village.jpg
Un altro panorama fantastico, per il quale è necessaria una deviazione nella salita verso il castello o sulla strada del ritorno, è quello dal Marienbrücke, ponte fatto costruire dal padre di Ludwig, Massimiliano II, come regalo per la moglie Maria di Prussia. E’ noto anche come Pöllatbrücke, per la posizione sovrastante la gola di Pöllat. Da qui si gode la vista migliore del castello e della gola, impreziosita dalla cascata che scende verso il torrente. Trattandosi di un ponte sospeso e affollato, non è particolarmente indicato a chi soffre di vertigini; non potete però non andarci: sarebbe un delitto.


Autore: Böhringer Friedrich
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Marienbr%C3%BCcke_1.JPG
Quale castello visitare?
La risposta alla domanda contenuta nel titolo del paragrafo è semplice: entrambi. I viaggi organizzati e i turisti con scarsa disponibilità di tempo privilegiano il castello di Neuschwanstein, indubbiamente più sfarzoso e fiabesco. E’ lui a rubare la scena e, non a caso, è molto più rappresentato nelle cartoline e nei souvenir: puzzle, tappetini per mouse, magneti, magliette ecc. Dall’altro lato, il castello di Hohenschwangau ha più storia; Ludwig ci ha trascorso più tempo ed è stato frequentato da Wagner. Lo scenario fa il resto. Aggiungo che è tuttora più vissuto: ancora oggi nella cappella, nei giorni festivi, viene celebrata la messa. Consiglio di vederlo per primo, per motivi cronologici e per non essere condizionati da quanto appena visto nell’altro castello.
Informazioni utili
- La biglietteria per i due castelli è unica. Per chi non ha una prenotazione, è fortemente consigliato presentarsi di buon mattino, prima dell’apertura. Gli addetti alla vendita sapranno consigliarvi gli orari per vedere tutto con calma e cercheranno di unirvi ad altri italiani. A tal proposito, va detto che i tour con guida sono disponibili solo in lingua inglese e tedesca; per gli altri turisti è previsto l’utilizzo di un’audioguida. Se volete prendervi il sicuro, prenotate dal sito ufficiale, distanziando le due visite di qualche ora. Chi non rispetta l’orario indicato perde il diritto alla visita. All’interno dei castelli non è consentito scattare foto.
- Il castello di Hohenschwangau è il più vicino alla biglietteria; dista circa 20 minuti se si opta per il percorso con scale, 30 minuti percorrendo la strada più lunga, senza gradini. La salita al castello di Neuschwanstein richiede almeno 40 minuti. Le alternative sono il bus navetta e la carrozza. Il primo arriva vicino al ponte e da lì si scende verso il castello; la seconda si ferma a 450 metri dall’ingresso. Una volta scesi dal mezzo prescelto, il tempo di percorrenza è simile: 10-15 minuti, nel primo caso, in discesa; nel secondo, in salita. Se siete in buona salute, vi suggerisco di andare a piedi, nonostante il poco piacevole odore di sterco di cavallo.
- Nel tempo libero tra una visita e l’altra, potete vedere il lago ai piedi dei castelli, il già citato Alpsee, e godervi il paesaggio dal ponte Marienbrücke, dove, a causa del flusso elevato di turisti e dell’accesso contingentato, potreste essere costretti ad attendere il vostro turno. Infine sul lago si affaccia il Museo dei Re Bavaresi (Museum der bayerischen Könige); non esiste dunque il rischio di annoiarsi.
Il Santuario di Wies
Il Santuario di Wies (in tedesco Wieskirche o Sankt in der Wies) è una chiesa ovale, in località Steingaden, a pochi chilometri da Füssen e dai castelli di Neuschwanstein e Hohenschwangau. Il suo nome tedesco è traducibile come “santuario nel prato”; la chiesa è infatti circondata da un verde prato dal quale si scorgono le Alpi, scenario che già da solo varrebbe la visita di questo sito religioso. Per capire i motivi della sua iscrizione alla lista dei patrimoni Unesco è però necessario varcare la porta d’ingresso.

Breve storia
Il santuario deve la sua costruzione a una leggenda che ha per protagonista una statua lignea del Cristo flagellato, realizzata nel 1730 da due monaci del convento di Steingaden. Nel 1738, la contadina Maria Lory dichiarò di aver visto delle lacrime sul volto di Cristo; la località divenne così meta di pellegrinaggio. Due anni dopo, al fine di esporre la statua al pubblico, fu costruita una cappella, le cui dimensioni si rivelarono presto insufficienti per accogliere l’alto numero di visitatori; da qui la decisione di costruire un santuario, realizzato dall’architetto Dominikus Zimmermann, in collaborazione con il fratello. Pare che il costruttore rimase così soddisfatto del lavoro da trasferirsi per il resto dei suoi giorni a due passi dall’edificio. La chiesa è aperta al pubblico dalla metà del settecento, benché nel primo ottocento, in piena epoca di secolarizzazione, rischiò la demolizione.
La chiesa
Il santuario di Wies è giustamente considerato un gioiello del rococò bavarese. Se l’esterno può apparire semplice, non altrettanto si può dire dell’interno: la statua del Cristo flagellato, collocata sull’altare centrale, passa quasi in secondo piano davanti allo splendore dei luminosi affreschi e di tutte le altre decorazioni. Di grande fascino è il soffitto, nel quale un gioco prospettico dà l’illusione della profondità.

Notevole è anche l’organo, posto sopra la porta d’ingresso. Sarei rimasto per ore ad ammirare lo spettacolo. L’accesso alla chiesa è gratuito; sono invece a pagamento il parcheggio e le visite guidate.
Il nostro viaggio a Füssen e dintorni volge al termine. Nella speranza di aver reso l’idea della bellezza di questa parte della Baviera, meravigliosa come il resto del Land, vi ringrazio per aver letto l’articolo e vi invito a seguirmi su facebook, instagram e twitter per essere aggiornati sui miei prossimi post. Vi aspetto nei social e, di nuovo, nel blog.
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