Il Devon è una delle più estese e selvagge contee dell’Inghilterra. Bagnata dal mare sia a nord che a sud, confina a est con il Somerset e il Dorset, a ovest con la Cornovaglia, la contea che costituisce l’estremità sud-occidentale del paese. Questo articolo nasce dalla mia idea che il Devon sia una contea sottovalutata e meritevole di una maggiore notorietà. Tra città classiche, cittadine costiere, villaggi di pescatori e parchi nazionali, nell’organizzare un itinerario nel Devon avrete l’imbarazzo della scelta. Non essendo possibile parlare di tutto, cito qui gli argomenti che ho sacrificato: Plymouth, il borgo marinaro di Hope Cove, Salcombe, Dartmouth, Totnes, Paignton, il Powderham Castle ed Exmouth. A parte il castello di Powderham e Plymouth, gli altri luoghi sono dei piccoli centri. Paignton è vicinissima a Torquay, la prima meta che tratterò. Ma bando alle ciance e iniziamo subito il nostro tour virtuale del Devon.
L'articolo contiene:
Torquay
Ho scelto di iniziare da Torquay, la mia città preferita del Devon, benché non goda ufficialmente di tale status. Torquay è infatti considerata, a dispetto degli oltre 65000 abitanti, una frazione dell’area municipale di Torbay. Di certo questa località balneare è il centro principale del tratto di costa noto come English Riviera. Il suo nome è una combinazione tra Tor, contrazione di Torre, il nome del villaggio preesistente, e la parola francese “Quay”, entrata nel vocabolario inglese col significato di “molo”. I suoi primi frequentatori furono gli ufficiali della Marina britannica impegnati nel conflitto contro la Francia napoleonica; successivamente è diventata la meta delle vacanze dei membri della borghesia vittoriana. In seguito alla costruzione di alloggi per tutte le tasche – ce ne sono tantissimi -, ha perso il carattere esclusivo, aprendosi ai tanti turisti attratti dai suoi servizi e dal clima mite.
Cosa vedere a Torquay
Torre Abbey e i giardini
Torre Abbey è un edificio dalla storia antichissima. Costruito come monastero nel 1196, oggi ospita una galleria di pittura, con quadri dal diciottesimo secolo ai giorni nostri, e mostre temporanee. Torre Abbey e il suo giardino, dotato di due serre, confinano con l‘Abbey Park and Meadows, parco comunale che si affaccia sul lungomare. Il laghetto, le aiuole fiorite, le piante, i club per il bowling e il minigolf sono i principali motivi d’interesse di questa piacevole e ben curata area verde.
Torre Abbey Sands e il porto
Torre Abbey Sands è la spiaggia sabbiosa – il nome non mente – del centro di Torquay, nonché una delle nove che appartengono al suo territorio. E’ certamente da includere nei luoghi di passeggio, alta marea permettendo. Il percorso turistico prosegue sul lungomare, nella Torbay Road. Incontrerete in successione: il Princess Theatre; la ruota panoramica, già visibile da lontano; i Princess Gardens e il notevole Pavilion. Quest’ultimo è il vecchio teatro, da tempo in attesa di riqualificazione.

Oltre il Pavilion, inizia la passeggiata nel porto, i cui moli sono collegati dal Millennium Bridge. La mia vista preferita è nel tratto di Victoria Parade. In questo punto ci si ritrova di fronte la ruota panoramica, preceduta da un gran numero di barche.
Le principali attrazioni
Victoria Parade è poco distante dalla spiaggetta di Beacon Cove e dal Living Coasts: un acquario e zoo marino, nel quale i pinguini scorrazzano in libertà. Se vi piacciono i musei che affrontano più temi, il Torquay Museum sarà senz’altro di vostro gradimento. Salterete dagli esploratori locali all’antico Egitto, dai reperti di storia naturale alla sezione dedicata ad Agatha Christie, scrittrice nata proprio a Torquay. Un’altra opzione da tenere in considerazione è quella di andare al Kents Cavern. Dal porto sono circa 30 minuti di camminata; dal Torquay Museum una ventina. Si tratta di un complesso di grotte preistoriche. Tra stalattiti e stalagmiti, fossili di animali e pitture rupestri, scoprirete come vivevano gli antenati dell’uomo, in un percorso guidato adatto a grandi e bambini.
Le strade e le chiese
Belgrave Road, il viale in cui ho alloggiato, offre una sintesi dello stile architettonico di Torquay: case dai colori gradevoli e hotel che si sviluppano più in larghezza che in altezza. Le strade dello shopping sono Union Street e Fleet Street, entrambe vivacissime e piene di attività commerciali. Percorse in successione, conducono verso il porto. Le chiese meritevoli di una citazione sono: St Mary Magdalene (detta St Mags), la parrocchiale St Lukes (in una collina con vista sul mare), la chiesa dell’Assunzione (a pochi metri dalla precedente) e la St John the Apostle Church. Non aspettatevi chissà cosa: sono delle chiesette graziose e niente più. Nel Devon c’è una sola grande cattedrale, della quale mi accingo a parlare proprio adesso.
Exeter
La città universitaria di Exeter è il capoluogo della contea del Devon. Fondata dai romani, è stata semidistrutta dai bombardamenti dei tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Nelle prossime righe vi racconterò cosa ha da offrire, partendo dal suo monumento principale: la cattedrale.
La cattedrale
La cattedrale di Exeter è una delle chiese più belle dell’Inghilterra. A vederla così, non si direbbe che ha riportato gravi danni durante la guerra. L’interno, che può vantare la più lunga successione di volte gotiche al mondo, è tanto perfetto quanto la facciata.

I costi d’ingresso, non proprio economici, trovano giustificazione nelle tante opere d’arte. Penso alle vetrate dipinte, al coro, all’organo, al trono del vescovo, all’orologio astronomico e alle oltre 400 bugne che decorano il soffitto. In una di queste pietre è raffigurato l’omicidio di Thomas Becket, avvenuto nella cattedrale di Canterbury. Guardando la facciata principale, sulla destra troverete il Cathedral Café. Qui potrete gustare una fetta di torta o uno scone, in un ambiente che ricorda la cattedrale. Se non guardate i tavoli e la cassa, vi sembrerà di essere dentro la chiesa. Infine la cattedrale di Exeter sorge nel Cathedral Close: uno spazio verde con abitazioni medievali, la chiesetta di St Martin e il pub “Ship Inn”, locale frequentato dal corsaro Francis Drake, nato nel Devon, precisamente a Tavistock.
In giro per la città
Exeter è una città facilmente girabile a piedi. Ogni punto d’interesse turistico è vicino alla High Street, la strada che attraversa il centro storico. Fa parzialmente eccezione – ma non è molto distante – St Nicholas Priory. Il nome fa pensare a un edificio religioso ed effettivamente lo è stato: sono i resti di un monastero benedettino di fine undicesimo secolo, poi trasformato in una casa di mercanti e successivamente riconvertito in un museo sulla vita in epoca Tudor. Tolta la cattedrale, la chiesa più interessante è St Pancras. Un altro storico edificio è il castello della città: il Rougemont Castle. Il nome deriva dalla pietra rossa usata nella costruzione. Potete vederla nell’unico resto: la normanna porta d’ingresso. L’ex castello è circondato dai Rougemont Gardens e dai Northernhay Gardens.

Infine il museo più importante di Exeter è il Royal Albert Memorial Museum. Come quello di Torquay, spazia su diversi campi come la zoologia, l’archeologia, l’etnografia e la pittura. L’ingresso è gratuito.
Il Dartmoor National Park
Il Dartmoor National Park è un vasto altopiano diventato parco nazionale nel 1951. E’ il regno della brughiera, tipo di vegetazione che gli dà il nome – “moor” significa “brughiera” – insieme al fiume Dart, che sorge nel parco, lo attraversa, prosegue il suo corso verso Totnes, per poi sfociare sulla Manica a Dartmouth. L’altro elemento tipico del paesaggio è costituito dai Tor: affioramenti di granito dalle forme spesso bizzarre. Il più spettacolare di questi è Haytor Rocks.

Autore: Nilfanion
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Haytor,_May_2011_2.jpg
Per quanto siano degli elementi distintivi, i Tor e la brughiera non possono tuttavia essere considerati il simbolo del parco. Il primato va al Dartmoor Pony, la razza equina che vive da secoli nel territorio. Incontrare questi cavalli, caratterizzati da una grande resistenza alla fatica e alle intemperie climatiche, è davvero facile: girano liberamente nelle strade, incuranti delle auto. Al contrario, tendono ad avvicinarsi nella speranza di rimediare un po’ di cibo.

Oltre a loro, gli animali maggiormente diffusi sono i buoi e le pecore. Ricordo di aver assistito nel giro di pochi minuti all’allattamento di un cavallo e di un vitello. Il punto di forza del Dartmoor è lo scenario naturalistico da sogno; la prima immagine che mi viene in mente sono gli impetuosi corsi d’acqua, immersi nel verde più rigoglioso, attraversati da ponti di pietra. Un ulteriore elemento che contribuisce al fascino del parco consiste nella presenza di siti megalitici. Nelle foto che seguono potete vedere tre tipici paesaggi del Dartmoor.



Cosa vedere al Dartmoor
Al parco nazionale del Dartmoor, tra passeggiate e giri in bicicletta, si potrebbe passare tranquillamente una settimana. La cosa importante da sapere è che il clima è più instabile rispetto alla media del Devon: dal sole alla pioggia il passo è breve. Tra le cose da vedere ritengo tralasciabili i castelli: la natura e i villaggi sono le principali bellezze del parco. Come per la contea del Devon, anche sul Dartmoor è impossibile scrivere un testo esaustivo. Io vi proporrò una personale selezione dei luoghi da visitare. Per il resto, vi consiglio di lasciare un po’ di spazio all’improvvisazione e di rivolgervi agli operatori dei visitor centre.
I villaggi
All’interno del Dartmoor ci sono tanti villaggi più o meno attrezzati dal punto di vista turistico. Un loro punto in comune è la presenza della tipica chiesa parrocchiale inglese, con la facciata in pietra e le lapidi sul prato del camposanto. A Moretonhampstead, ad esempio, la chiesa di riferimento è quella di St Andrew. Poco distante è il Motor Museum, tappa obbligata per gli appassionati di auto e moto d’epoca.
Buckland-in-the-Moor
Con i suoi cottage dal tetto in paglia, il minuscolo e verdissimo villaggio di Buckland-in-the-Moor merita di essere annoverato tra i luoghi più fiabeschi. Piccola curiosità: nell’orologio della chiesa di St. Peter, i numeri sono sostituiti dalle lettere di “My Dear Mother“, omaggio di un signore locale, Lord Whiteley, alla sua madre scomparsa. Lo stesso Whiteley, in un punto panoramico che sovrasta il villaggio, fece incidere i dieci comandamenti in due grandi pietre, con l’aggiunta dell’invito “Amatevi gli uni con gli altri”.
Widecombe-in-the-Moor
Il villaggio in assoluto più amato è Widecombe-in-the-Moor. Una parte della sua fama deriva dal canto popolare inglese “Widecombe Fair“, dedicato alla fiera annuale. Il monumento principale è la chiesa di St Pancras, nota come “cattedrale della brughiera” per la sua altezza e per le dimensioni sproporzionate rispetto al numero degli abitanti. Nel cimitero esterno è sepolta la scrittrice Beatrice Chase. A pochi passi della chiesa, citazione d’obbligo per il glorioso pub “The Old Inn” e per un altro storico edificio: The Church House. Nato come birrificio e successivamente utilizzato come scuola del villaggio, oggi è un negozio del National Trust.

Autore: Dorian Claeys
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:St-Pancras-Church-Widecombe-in-the-Moor_2.jpg
Princetown
Un’altra bella chiesa è quella di St Michael a Princetown, villaggio reso famoso dalla sua prigione. Costruita per accogliere i prigionieri delle guerre napoleoniche, ha ospitato a lungo i peggiori criminali, in virtù della sua posizione isolata e del sistema di sicurezza a prova di fuga. All’inizio degli anni 2000, è avvenuto il declassamento. Da allora ospita prigionieri delle categorie C e D, che vengono coinvolti in attività lavorative e in corsi universitari. Ancora in funzione ma destinata alla chiusura definitiva nel 2023, attualmente la prigione di Princetown è sede di un museo dedicato alla sua storia.
Ashburton
Una base per soggiornare al Dartmoor può essere Ashburton, ai margini orientali del parco. Gli edifici religiosi sono i punti di maggiore interesse turistico di questa vivace cittadina che vanta una buona offerta di pub e di attraenti negozi. Nei suoi dintorni è infine consigliabile una sosta a Buckfastleigh. Da queste parti potete ammirare l’Abbazia di Buckfast: un gioiello gotico ricostruito nel ventesimo secolo, sede di un monastero benedettino ancora attivo. E’ il classico luogo che trasmette un senso di pace. Non mancano i servizi turistici, tra cui un negozio che vende beni prodotti dai monaci. Nelle vicinanze, segnalo le preziose rovine della Holy Trinity Church.
Le cascate
In un parco incontaminato come il Dartmoor, sarebbe strano se non ci fossero cascate. Salire in cima alle Canonteign Falls è un’attività impegnativa, ripagata dalla bellezza del paesaggio e di uno scenario in cui le felci giocano un ruolo da protagonista. Altre cascate da esplorare sono le Becky Falls. In questo sito turistico, visitabile a pagamento, potrete scegliere tra sentieri a diversa difficoltà, immersi nella natura più lussureggiante. In più c’è uno zoo con animali da fattoria, rettili, volatili e altro ancora.
Chiudo in bellezza con le cascate gemelle conosciute come Venford Falls. Due parole per aiutarvi a trovarle: se le cercate su google maps, noterete che nella mappa è stato contrassegnato un punto con la scritta “Venford Brook“; le cascate sono da quelle parti. Il Venford Brook è un corso d’acqua che esce dal fiume Dart per gettarsi nel Venford Reservoir. Poco oltre il tratto di strada che costeggia questo bacino idrico, troverete un parcheggio sulla destra. Da lì dovrete addentrarvi verso l’interno. Il Dartmoor è così: non è un posto per chi ha fretta. Può capitare di sbagliare sentiero, di trovare pochi cartelli o di non capire le indicazioni.

Autore: Sebastian Porzelle
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Venford_Falls_(153493975).jpeg
L’Exmoor National Park
La contea del Devon ospita anche il 29% della superficie di un altro incantevole parco: l’Exmoor National Park. Il restante 71% appartiene al territorio del Somerset. L’Exmoor ha molti punti in comune con il Dartmoor, a cominciare dal nome. Anch’esso è il risultato di una fusione tra Moor e un fiume, in questo caso l’Exe, che è il principale corso d’acqua che scorre al suo interno. L’Exe nasce proprio nel parco, ne attraversa una buona parte, prosegue verso Exeter – da qui il nome della città – e sfocia nella Manica, qualche chilometro più a sud. Le altre somiglianze riguardano la vegetazione, l’ambiente selvaggio e la presenza di cavalli endemici. A tal proposito, va detto che l’Exmoor Pony assomiglia a quello del Dartmoor, ma la razza è diversa.
Lynmouth
I centri turistici dell’Exmoor sono divisi tra le due citate contee. Per non andare fuori tema e non mettere troppa carne al fuoco, tralascerò quelli situati nel Somerset; mi limito a segnalare due nomi a chi volesse approfondire: Dunster e Porlock. Tra quelli ubicati nel Devon, la mia scelta ricade sui due villaggi gemelli di Lynmouth e Lynton. Il secondo sorge su una collina che domina il primo. Da Lynmouth si può salire a Lynton, prendendo la più ripida ferrovia esistente al mondo, tra quelle alimentate ad acqua. Lynmouth è un villaggio di pescatori in cui confluiscono i fiumi East Lyn e West Lyn. Vale la pena di concedersi una passeggiata nella sua spiaggia di ciottoli e intorno al piccolo porticciolo creato dietro la Rhenish Tower. Il lungomare regala tanti scorci piacevoli e offre un’ampia varietà di locali per mangiare.


Lynton
Data la sua posizione, il villaggio di Lynton è più panoramico rispetto a Lynmouth. Gli edifici più importanti sono: la chiesa parrocchiale di St Mary the Virgin, il municipio e il Lyn and Exmoor Museum; questo museo espone attrezzi agricoli, una vecchia cucina e foto che consentono di fare un tuffo nella vita locale in epoche passate, compresa la triste pagina della violenta alluvione che colpì Lynmouth nel 1952.


Valley of Rocks
A poco più di un chilometro da Lynton, non potete farvi scappare la meraviglia della natura nota come Valley of Rocks: uno dei luoghi più spettacolari dell’Exmoor e di tutto il Devon. La valle prende il nome dalle imponenti formazioni rocciose in cima alle scogliere. Potete vederle molto bene su Google Street View, trascinando l’omino nella strada. Le immagini rendono l’idea dello splendore dello scenario, sebbene non siano le viste migliori che questo luogo ha da offrire. Per ammirare quelle, è necessario percorrere i sentieri a strapiombo sul mare, nei quali i turisti possono godere della compagnia di simpatiche capre selvatiche.

Autore: Nilfanion
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Castle_Rock,_Valley_of_Rocks.jpg
Clovelly
Clovelly è un affascinante villaggio di pescatori nella costa nord del Devon, vicino al confine con la Cornovaglia. L’inizio della visita non è dei più esaltanti: si arriva in un visitor centre, all’interno di un centro commerciale. Ad accogliervi ci sarà una biglietteria; chi non acquista il ticket d’ingresso, non può visitare il villaggio né vederlo da lontano, dato che è totalmente nascosto. Questo può essere un deterrente per chi è in Inghilterra da giorni ed è stufo di spendere tanto per qualunque attività. Dopo averlo visitato, non mi sento di criticare questa decisione. Clovelly non è un villaggio banale: è curato alla perfezione e ciò richiede alti costi di manutenzione.
Cosa vedere a Clovelly
Il villaggio di Clovelly consta quasi esclusivamente di una ripida strada lastricata, High Street, che scende fino al mare ed è chiusa al traffico automobilistico. Questo divieto di circolazione fa sì che la spesa degli abitanti – a Clovelly non ci sono market e negozi di alimentari – venga trasportata da slitte. Precedentemente questo compito spettava agli animali simbolo del villaggio: gli asini. Ora che si stanno godendo la meritata pensione, è facile incontrarli e fare una foto-ricordo insieme a loro. Io purtroppo non ho avuto questo piacere. Ho visto solo una civetta, in posa sul braccio della sua ammaestratrice. Non so se gli asini siano rimasti appartati, a causa del maltempo; di certo, la pioggia, fenomeno assai frequente da queste parti, ha reso il terreno scivoloso e ha conferito al mare delle tonalità spente. Ecco per voi alcune foto che ho scattato nella High Street.



Nonostante ciò, mi sono goduto la passeggiata tra le case sapientemente abbellite dagli abitanti, i cui esterni sono ricchi di fiori e di simpatiche decorazioni. La spiaggia, molto frequentata dai gabbiani, ha il tipico fascino delle località esposte alle maree. Mi è piaciuta la vista delle barchette poggiate sui ciottoli.


Al ritorno è possibile risalire verso il visitor centre, a bordo della land rover che, da Pasqua a ottobre, offre il servizio navetta. La trovate oltre il muro che ripara le barche.
Prima di passare all’ultimo argomento del mio articolo sul Devon, vi segnalo che il biglietto d’ingresso al villaggio consente di accedere al Fisherman’s Cottage, al Kingsley Museum e ai Court Gardens. Il primo è una casa-museo che permette di scoprire come vivevano i pescatori negli anni trenta del novecento; il secondo è un museo dedicato allo scrittore e sacerdote Charles Kingsley, che visse a Clovelly in gioventù; i Court Gardens sono i giardini della Clovelly Court, storica casa privata non aperta ai turisti. Si fanno apprezzare per le loro serre e per la varietà di alberi, i cui frutti sono acquistabili in loco. Diversamente dai musei, i giardini sono fuori dal villaggio, non lontani dal visitor centre e a pochi metri dalla chiesa parrocchiale All Saints’ Church.
Bideford
Una buona base per visitare Clovelly e poi magari spostarsi in Cornovaglia è la vicina Bideford, graziosa cittadina attraversata dal fiume Torridge. La vista migliore è quella che si può osservare dal Long Bridge, il ponte che collega Bideford con il villaggio East-the-Water. Ricostruito intorno al 1500, è uno dei più lunghi ponti medievali dell’Inghilterra, con gli archi in pietra. Le altre cose da vedere sono: la chiesa parrocchiale di St Mary, classica chiesetta inglese; il mercato coperto (Pannier Market) e l’immancabile High Street. Gli amanti delle passeggiate possono dilettarsi nel lungofiume e nel Victoria Park.
Westward Ho!
Infine Bideford dista pochi chilometri dal villaggio e dalla spiaggia di Westward Ho! Questo nome bizzarro deriva dal titolo di un romanzo d’avventura del già citato Charles Kingsley, il cui grande successo ha favorito il turismo in questa parte del Devon. C’è anche un’altra curiosità: Westward Ho! è l’unico luogo in Inghilterra ad avere un punto esclamativo nel nome. Il villaggio non è particolarmente attraente; mi limito a consigliarvi il punto panoramico con vista sul mare, all’inizio di Golf Links Road; poco più avanti, nella stessa strada, c’è una piccola successione di casette dai colori in stile Burano. Il top è la lunga spiaggia di ciottoli e sabbia: un posto ideale per passeggiate e sport acquatici. Dietro la spiaggia, che quasi sparisce nelle fasi di alta marea, c’è il Northam Burrows Country Park: un parco proclamato “sito di particolare interesse scientifico”, caratterizzato da una notevole ricchezza di flora e fauna.
E’ arrivato il momento dei saluti. Nella speranza di avervi dato idee di viaggio e di avervi trasmesso la mia passione per il Devon e per l’Inghilterra in generale, vi ringrazio per l’attenzione. Se avete piacere, potete lasciare un commento e sarò lieto di rispondervi. Infine vi invito, come sempre, a mettere il “mi piace” alle mie pagine social per continuare a viaggiare insieme a me. Mi trovate su facebook, instagram e twitter. A presto per nuove avventure!
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