Sarò sincero, non ho tifato per Matera Capitale Europea della Cultura. Non potevo: la patria dei sassi è stata fino all’ultimo in ballottaggio con Cagliari, la mia città. Ricordo bene il giorno della nomina e il dispiacere provato dai miei concittadini per l’occasione persa. Ed è proprio quel giorno che, dando seguito alla mia idea che le delusioni debbano essere trasformate in opportunità positive, ho preso la decisione: “Sarà la volta buona che vado a Matera”. A viaggio terminato posso ritenermi felice di essere riuscito ad attuare la mia intenzione. In questo articolo vi racconterò la mia esperienza a Matera, nell’anno in cui ha condiviso con la città bulgara Plovdiv il titolo di Capitale Europea della Cultura. Il testo che segue ruoterà intorno a questo riconoscimento. Se volete sapere cosa visitare a Matera, vi invito a leggere il mio articolo sulle dieci cose da non perdere a Matera.
L'articolo contiene:
Il primo impatto
Essendo arrivato in treno da Bari, i miei primi avvistamenti sono stati la piccola stazione centrale e il suo esterno. Da lì mi sono diretto al bed and breakfast che ho scelto per il mio soggiorno: la Casa dei Sogni, nella vicinissima via Cappelluti, strada molto tranquilla. Dopo aver sperimentato la calorosa accoglienza del signor Natale, davvero prodigo di informazioni turistiche, ho fatto il breve percorso che mi ha condotto in Piazza Vittorio Veneto, nel cuore del quartiere Piano. La suddetta piazza si è rivelata un ottimo punto di partenza del mio viaggio a Matera nonché un bel biglietto da visita per la città. Ha tutto quello che serve e anche di più: la Fontana Ferdinandea; la chiesa di San Domenico e un’altra chiesa (Santa Lucia) al confine con via del Corso (come a Roma, la strada dello shopping); un bel palazzo con l’orologio, che ospita la Biblioteca Provinciale Stigliani; varie attività commerciali, tra cui un’agenzia che vende escursioni; un importante sito turistico come la Cisterna del Palombaro Lungo e il Belvedere Luigi Guerricchio, dal quale ho potuto subito scorgere la facciata romanico-pugliese della cattedrale.

Le sculture di Dalì
Pur essendo scomparso da 30 anni, Salvador Dalí é stato il padrino di Matera Capitale della Cultura 2019: dalla sua mano e dalla sua creatività provengono alcune sculture sparse in giro per la città; a lui é stata dedicata una mostra, della quale vi parlerò nel prossimo paragrafo.
Partiamo dalle sculture nelle strade. All’esterno della stazione centrale, mi sono imbattuto in un cavallo con un orologio liquefatto, pezzo forte del repertorio del geniale artista surrealista, al posto della sella.

Un orologio simile, in versione solitaria, è stato sistemato in via Madonna delle Virtù; tra Piazza Vittorio Veneto e via San Biagio, invece, mi sono divertito a guardare l’Elefante Trampoliere: un elefante alternativo con gambe da giraffa, sovrastato da una scultura di forma piramidale. Altrettanto originale è stata la danzatrice sopra il pianoforte, opera posizionata in Piazza San Francesco. Queste particolari installazioni hanno reso ancora più piacevoli le passeggiate in una città già unica di suo.

La mostra di Dalí
Dalle sculture a cielo aperto passiamo a quelle della mostra “La Persistenza degli Opposti“, ospitata all’interno di due chiese rupestri sovrapposte: Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci. L’esposizione è nata da un’idea di Beniamino Levi, presidente della Dalí Universe, società che gestisce una grande collezione di opere itineranti, in quanto spesso prestate a musei di tutto il mondo. Il percorso è stato suddiviso in quattro aree tematiche corrispondenti ad altrettanti dualismi concettuali riguardanti: il tempo, gli involucri, le metamorfosi e la religione. I protagonisti della sezione dedicata al tempo non potevano che essere gli orologi molli, presenti in buona quantità. Apparsi per la prima volta nel celebre quadro La Persistenza della Memoria, rappresentano il concetto della relatività del tempo, registrato dagli orologi in modo oggettivo, ma percepito dall’uomo in base al suo stato d’animo.

Altrettanto interessante il tema dell’involucro, inteso come contrapposizione tra esterno duro e interno molle. Il riferimento è a quelle persone che nascondono la loro fragilità dietro una corazza apparentemente indistruttibile. Per rappresentare il concetto, Dalí ha fatto ricorso ad animali dotati di guscio, come il riccio e la lumaca.

Di questa mostra mi è piaciuto il contrasto tra l’antico e il moderno. Basti dire che nella chiesa di San Nicola dei Greci, davanti ai pochi affreschi che hanno resistito al tempo, sono stati collocati un Cabinet Anthropomorphique (un uomo con il busto composto da cassetti) e una giraffa con il volto di Venere. Dall’altro lato, non posso negare la complessità di buona parte delle opere. Che ci piaccia o no, questa è l’arte moderna.

Le altre mostre
Durante il mio soggiorno a Matera, il calendario delle mostre è stato davvero ricco. Nel suo ultimo giorno di apertura, sono riuscito a visitare quella dal titolo “Rinascimento visto da Sud. Matera, l’Italia meridionale e il Mediterraneo tra ‘400 e ‘500”. Ospitata nello storico Palazzo Lanfranchi, sede del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata, dove è conservata Lucania 61, straordinaria tela di Carlo Levi; questa mostra ha raccontato il Rinascimento da una prospettiva diversa. Mi ha fatto piacere vedere per una volta riconosciuto il contributo del mezzogiorno a un’epoca particolarmente prolifica di opere d’arte.

L’ultima mostra di cui vi parlo è decisamente più piccola della precedente. Mi riferisco alla collezione di 30 tele a olio dell’artista lucano Corrado Veneziano, ospitata dal Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola. Si tratta di rivisitazioni di disegni di Leonardo da Vinci, contenuti nel Codice Atlantico. L’osservazione dei pannelli informativi, i quali mostravano i fogli ispiratori di ciascun dipinto, ha permesso di fare il confronto, notando la differenza tra il punto di partenza e quello d’arrivo. Inaugurata ad Amboise, la città francese in cui il genio del Rinascimento ha trascorso gli ultimi anni della sua vita, questa mostra è stata un omaggio all’artista nell’anno del cinquecentesimo anniversario della sua morte.

Cosa mi è piaciuto
A Matera il rischio di rimanere insoddisfatti è quasi inesistente. Per di più, c’era da aspettarsi che la nomina a Capitale Europea della Cultura fosse un valore aggiunto. Così è stato. Un riconoscimento del genere ha inevitabilmente delle ricadute positive non solo sul turismo. Penso ai conseguenti abbellimenti della città e all’organizzazione di mostre, dibattiti e altre iniziative culturali. Pur avendo tifato per la mia Cagliari, devo ammettere che Matera ha meritato il titolo conseguito, anche per come è risorta dalla grave crisi che ha portato allo sfollamento dei sassi. Infine devo fare un plauso ai tanti commercianti e imprenditori che non hanno approfittato dell’occasione per spennare i turisti. Ho trovato onesti sia i prezzi dei ristoranti che dei siti turistici. Per questi ultimi, raramente ho speso più di 3€. Va detto però che tra musei, chiese rupestri, case-grotta ecc, gli ingressi da mettere in conto sono davvero tanti.
Cosa non mi è piaciuto
Nei giorni in cui ero a Matera stavano girando l’ultimo film di James Bond. Le riprese hanno provocato la chiusura di molte strade del centro e di diverse attrazioni turistiche. Mettendo da parte i giri che ho dovuto fare per aggirare le transenne, non ho capito certe decisioni. Per fare un esempio, l’Ipogeo Materasum, percorso sotterraneo di notevole interesse, è rimasto chiuso per due giorni. Eppure nella strada si poteva tranquillamente entrare. La città era quasi bloccata, fatto che ha infastidito non solo i turisti, ma anche gli abitanti. L’altra nota dolente riguarda i collegamenti con le altre città della Basilicata. Se non avete la macchina, potete scordarvi di andare a Craco, Pisticci e Metaponto. Con l’attuale rete di trasporti, il turismo in Basilicata non viene incentivato. E’ un peccato perché stiamo parlando di una regione dalle grandi potenzialità.
Il mio articolo su Matera Capitale Europea della Cultura finisce qui. Vi invito come sempre a seguirmi su instagram, facebook e twitter. In questo modo saprete quando saranno online l’articolo di informazioni turistiche su Matera e ogni altro post che dedicherò al magico mondo dei viaggi. A presto!
Grazie per il tuo contributo alla descrizione di Matera, mi è di aiuto alla visita che farò tra non molto alla città. Fiorella
Grazie a te Fiorella per avermi informato di questo. Sono contento di sapere che il mio articolo ti è stato utile.